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In mezzo ai fiori che sbocciano
Continuiamo ad essere
respiro e bellezza
piccole perle del creato
in mezzo ai fiori
che sbocciano
ignari dei rovesci,
tra il mistero della vita
e lo slabbro della terra
(…)
una lacrima solitaria cuce.
©Manuela Di Dalmazi
![](https://manueladidalmazi.wordpress.com/wp-content/uploads/2020/03/img_20200313_025215.jpg?w=1024)
Covid 19 Una corona sul mondo
Camminano spauriti
emotivamente pleuritici
sfuggendo al contatto
di chi ha già una piccola
tosse in atto
sotto un cielo infetto
Notizie viaggiano nell’etere
sconfitte dalla rapidità del nemico
Covid19 sembra un razzo
cazzo!
Mani catapultate traguardano disinfettanti
tra schianti di notizie
terrificanti
soffia contagio nell’aria la paura
ed è chiusura.
Isolati umanoidi
in quarantena economica
mysterium iniquitatis incorona,
eccoli: eroi invincibili della tecnologia
a pagare il prezzo della bugia,
agonia di sangue e lacrime sorelle
E questo è solo l’inizio.
Buona distruzione.
© Manuela Di Dalmazi
ATTERRERÒ IN TE “
![](https://manueladidalmazi.wordpress.com/wp-content/uploads/2020/01/2020-01-21-15-44-38-894.jpg?w=472)
E la mente viaggia…
su binari di pelle umana
sulle onde del mare asfaltate
su aerei di plastica bianchi,
per atterrare attonita, lì dove Ella voleva,
lì dove l’anima vola…
lì dove l’anima vorrebbe morire… resuscitare…
per atterrare come un meteorite d’amore nella tua glottide,
tra le pieghe delle tue rughe,
tra le lacrime del tuo vissuto, tra le tue braccia scarne consumate dal tempo dell’attesa…
per sentirti implodere dentro il mio sesso
dal quale un’altra vita, già nasce.
(Da Germoglia l’anima deserta)
http://www.edizionitabulafati.it/germoglialanimadeserta.htm
Poesia Germoglia l’anima deserta
Da libro Germoglia l’anima deserta edito da Tabula Fati
http://www.edizionitabulafati.it/germoglialanimadeserta.htm
Germoglia l’anima deserta, geografia della storia.
Tanti passi affrettati, tanta fretta da non riuscire a godere nulla. Coscienza del niente.
A volte rivedo cosa avrei voluto essere, mi accontento del modesto esisto di non essere ciò che non volevo diventare.
Se dovessi rivivere sarei capace di non fare gli stessi errori che con goduria ho vissuto?
Sfuggo alla molteplicità degli specchi.
Mi trovo sul palcoscenico, nessun pagante nessun battere arrabbiar di mani nessuno soporiferamente addormentato solo lo scricchiolio del legno, il suo calpestio è l’unica gioia acquisita.
Segnale di vita.
Lo show non è mai finito anche se il pubblico non è gremito nella sala.
Ci siamo io e la mia anima, ancora ci scrutiamo dopo esserci sfiorati tanto, dopo aver condiviso la più asciutta lacrima , l’oblio di qualche partenza.
Ora, scusami, d evo chiudere.
Fra poco nevicherà .
Ed io non ho ancora rientrato la legna.