Marzo 2020: Venga il deserto

Si vive in sospensione
dimensione di un marzo
che pazzo
si specchia
in un pozzo
d’angoscia universale

Un mese di umane distanze
senza abbracci,
carezze,
ovattati in un tempo ostaggio
chiude ingressi
e uscite coraggio

Si addita la colpa ai visi gialli
e poi gli appestati
sono i lombardi.
Razzismo tra miliardi

Il cielo
respira sopra lo sfacelo
richiama deserti
e qui adesso
si sta “come nel deserto l’aridità”

E guardo l’orizzonte
un corrimano negli abissi
a cui non appoggiarsi,
suffissi di amarezza
la precarietà.              

Ma la vita è deserto
perché la vita è precaria
“di doman non v’è certezza”
nessuna messa in sicurezza

Venga il deserto
seppur calvario è necessario
ci farà riscoprire il sudario dell’Essenziale

Nell’aria me ne vado respirando
la serenità di questi pensieri
senza sporgermi su un’altro tempo
che non sia quest’olimpo

Volteggio orrori
tra il vociare di timori
affinché soggiunga Verità,
un’ abbraccio di valori

e nel deserto l’umanità s’Innamori

©Manuela Di Dalmazi

Ph: Abruzzo-San Vito Chietino-

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